Di nuovo stessa storia, stessa solfa, stessa zuppa, stesso tutto.
Funziona così, scrivo quando ho qualcosa che non va.
E qualcosa non va, no.
Sarà la birra, ma il discorso alla fine finisce sempre là, la testa sempre lì.
Ti svegli improvvisamente da un lungo letargo e ti guardi attorno.
Chi sono?
Perchè sono qui?
Quando ci sono arrivata?
E' casa mia, questa. E' la mia fottutissima vita, questa.
Eppure non va. Sono regista di un film diretto, prodotto, girato e finanziato da qualcun altro. E siccome non sono Spielberg la cosa è frustrante.
Sono le QUATTRO e VENTIDUE del mattino.
4:22.
Ultimamente questo è l'orario in cui mi decido di chudere baracca e burattini e chiudere gli occhi sperando di respirare nuova aria, l'indomani.
Mi sento sola.
E non perchè io lo sia davvero. Sono circondata da persone allegre, solari e che forse forse un po' mi vogliono bene.
Sono sola dentro, sono sola con me stessa.
E se fino a qualche anno fa la cosa mi piaceva perchè mi faceva sentire necessaria a me stessa adesso inizia a pesare.
Mi sento come un palloncino. Ero gonfio e fiero. E adesso inizio a sgonfiarmi, scendendo sempre più dall'alto del mio elio.
Sono sola. Siamo io e me. E ci stiamo pure un pochino antipatici.
( una bozza che è stata bozza per troppo tempo)
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