giovedì 29 novembre 2012

(...)

...e poi suonano alla porta nel panico piu completo e ti portano via la mamma....pensando a qualche favore condominiale, torni con la testa sui libri quando senti dire a gran voce : " MADONNA QUANTO SANGUE!!! chi sta male? che è successo?? DOV'è??" ..

A quel punto esci, ti affacci sulle scale e vedi tutto il primo piano INONDATO DI SANGUE.... ti precipiti giù e vedi sbucare un pover'uomo sui 50anni, 60 al massimo con la mano al naso avvolto da una piccola asciugamano verde, la maglietta diventata ormai rossa dal sangue e con gli occhi spalancati dal panico...
"Si sieda qui, venga..." lo fai sedere e inizia a vomitare sangue... a getto.... ininterrottamente...
Tra una mano sulla spalla, una carezza, un "stia tranquillo adesso arriva l'ambulanza", un " non parli, stia pure in silenzio non si sforzi.. ci siamo noi" e tua mamma che parla al telefono con la figlia del signore, il tempo sembra essere non LENTO... DI PIU'!

Conclusione, il signore ha un tumore alla gola. Ha fatto una tracheotomia e respira con la cannula alla gola.
Ovviamente, quella era un'emorraggia. Una grossa, BRUTTA emorraggia.

E' stato portato all'ospedale 20 minuti fa, con i medici che si son lasciati sfuggire al telefono con chissachi un " non so quanto dura questo signore ", mentre gli cercava i documenti in casa.

E noi, sollevati i pantaloni e messi i guanti, dopo un sospiro di ripresa abbiamo pulito il pianerottolo. E già che c'eravamo, pure casa sua ( mi piangeva il cuore a lasciarli l'unica stanza abitabile COLMA di sangue peggio che in una scena di CSI.)

Stava mangiando una cioccolata calda coi savoiardi. Alla penombra. Da solo.

Puoi lasciare tuo padre malato di tumore, che non parla e respira a fatica, in un bilocale di 40 mq?
E se non ci fosse stato nessuno, nel palazzo?
L'avremmo trovato morto dissanguato stasera, lì, sulle scale.

Stasera, quando la figlia viene a prendersi le chiavi, spero che la mia vicina si trattenga dal prenderla a schiaffi.




lunedì 26 novembre 2012

Pensieri sparsi sotto la pioggia.


E' arrivato l'inverno.

Ti svegli alle 7 che fuori è buio e alle 9.20 la luce ancora non si è presentata.
Piove, probabilmente da stanotte, e non sembra avere intenzione di smettere.

Se ci si affaccia alla finestra si vedono le luci accese nelle case che corrono da una stanza all'altra...e giù a perdersi nei pensieri, immaginando la vita di persone completamente estranee e che probabilmente lo saranno per sempre...

"Sarà la camera da letto quella? No, sarà la cucina.. starà bevendo il caffè.... No, magari è il salotto e si sta dedicando alle pulizie dato che i bambini sono a scuola...  ha spento la luce... che sia uscito per andare a lavoro? Oppure è tornato a dormire? "


Io, comunque, ho la luce spenta.
Non voglio pensare al fatto che qualcuno potrebbe immaginare per me una vita che non vivro' mai.

"Lì ci abita un'anziana signora. E quella è la luce della cucina, ne sono quasi sicura... starà bevendo il suo caffèlatte con le fette biscottate integrali, vestita della sua gonna al ginocchio color tempocheèpassato e il suo maglione pesante, di un colore pastello ormai sbiadito. Seduta, da sola, a quel tavolo che ha visto crescere figli e nipoti e che adesso accudisce la sua vecchiaia.
La vedo, nel suo chignon di neve argentata riporre la tazza nel lavandino.
La luce è spenta. E lei è sprofondata sul divano infiltrito accompagnata da qualche giovane presentatrice delle trasmissioni televisive.... "


Odio l'inverno.
E odio avere questo maledetto vizio di "immaginare".
Odio queste due cose assieme.



 

domenica 4 novembre 2012

tu sei sempre stato un angelo

e questo l'ho capito appena hai preso confidenza con questa famiglia di pazzi.
Sei un gatto fuori dal comune, un gatto che molti definirebbero speciale.

Ed è così.
Avevo 14 anni quando sei arrivato.
Eri una palla di pelo lungo che scorreggiava ad ogni emozione, negativa o positiva - sì, hai sempre avuto l'intestino delicato, dovevamo immaginarcelo...!
10 anni insieme, 10 anni passati a litigare perchè tu volevi a tutti i costi leccarmi il collo e non te l'ho mai fatto fare per più di 3 minuti, a causa della tua lingua ruvida.
10 anni di testate. Di risate, di gioco, di dormite insieme, di dispetti, di  "c'ha bacetto", di cibo rubato, di spazzatura rovesciata. 10 anni di litigi coi tuoi fratelli.
10 anni di gioia e amore puro.

Adesso, vederti così indifeso, così piccolo, così fragile mi fa anche un po' sorridere.
Tu, essere peloso, piccolo scricciolo, sei riuscito a rendere questa casa speciale solo con la tua presenza.
Tu, con il tuo essere goffo, il tuo essere imbranato e pasticcione, il tuo bisogno continuo  e costante d'affetto. Tu. Con quel musino PERFETTAMENTE disegnato simmetricamente.
Tu. Con il tuo ronfare/russare/fusare tutto insieme.

Che tu sia un angelo, si, l'ho sempre saputo.
Ma non ho ancora la forza di lasciartici diventare per davvero.
Quindi armati di pazienza, sopportami ancora un po', regalami ancora per qualche tempo la tua pelosa e profumata compagnia.

Hai ancora tempo per tornare a volare.
Non adesso.
Non ora.

Ti prego...Non lasciarmi sola.