Credevo di parlare col demonio così mi hanno chiuso quarant'anni dentro a un manicomio...
Ti scrivo questa lettera perché non so parlare,perdona la calligrafia da prima elementare, e mi stupisco se provo ancora un'emozione ma la colpa è della mano che non smette di tremare..
Io sono come un pianoforte con un tasto rotto: l'accordo dissonante di un'orchestra di ubriachi...
E giorno e notte si assomigliano nella poca luce che trafigge i vetri opachi...
Me la faccio ancora sotto perché ho paura: per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura,puzza di piscio e segatura...
Questa è malattia mentale e non esiste cura!
I matti sono punti di domanda senza frase, migliaia di astronavi che non tornano alla base, sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole, i matti sono apostoli di un Dio che non li vuole...
Mi fabbrico la neve col polistirolo,la mia patologia è che son rimasto solo.
Ora prendete un telescopio misurate le distanze e guardate tra me e voi chi è più pericoloso?
Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto, ritagliando un angolo che fosse solo il nostro: ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi, non come le cartelle cliniche stipate negli archivi!
Dei miei ricordi sarai l'ultimo a sfumare: eri come un angelo legato ad un termosifone...
Nonostante tutto io ti aspetto ancora e se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora ..
Mi chiamo Antonio e sto sul tetto, Cara Margherita sono vent'anni che ti aspetto!
I matti siamo noi quando nessuno ci capisce, quando pure il tuo migliore amico ti tradisce...
Ti lascio questa lettera, adesso devo andare, perdona la calligrafia da prima elementare...
E ti stupisci che io provi ancora un'emozione?
Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare....
giugno del 1882 ha ospitato circa quarantamila matti: poveri contadini ammalati di pellagra, mentecatti e vagabondi, casalinghe isteriche o in preda al delirio delle puerpere, bambini abbandonati, operai e muratori alcolizzati, emigrati meridionali e veneti rimpatriati dalla Svizzera ai primi segni di malattia mentale- il loro disagio ottenne anche una ben precisa definizione medica: il "delirio dell'immigrato". Molti tra gli ospiti del San Martino - almeno fino all'approvazione della legge Basaglia nel 1978 - venivano internati "d'imperio", sulla base di un certificato medico che li dichiarava "pericolosi a sé o agli altri", o anche solo "di pubblico scandalo": insomma bastava che il sindaco, il parroco, il medico e il comandante dei Carabinieri di un paese decidessero di concerto che una determinata persona, a salvaguardia della quiete e del decoro pubblico, non dovesse più circolare liberamente, perché per questa si aprissero le porte del manicomio e di una terribile non-vita..... Pubblico questo in memoria di tutti gli ANTONIO che non hanno avuto il coraggio di imparare a volare, ma che io, leggendo anni fa le loro cartelle cliniche, so che dentro al loro cuore volavano sul mondo... tutti i giorni.... )
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